| Titolo: Leave the gun, take the pancakes
Autore: Me xD
Fandom: Heroes RPF
Personaggi: Adrian Pasdar, Hayden Panettiere, Milo Ventimiglia, Jack Coleman
Pairing: Più o meno implicite combinazioni varie tra i quattro.
Rating: PG-13
Conteggio parole: 1,260
Riassunto: Risveglio in casa Ventimiglia.
Ringraziamenti: Grazie alle mie beta, Kim e Fiore, e a Marty, la titolatrice ufficiale.
Note: L'OT4 mi ha succhiato via il cervello. Chi coglie la citazione del titolo avrà un pancake cucinato dal Milo che tengo nella cantina che non ho, ma che amo immaginare. E per la cronaca, Milo cucina DAVVERO pancakes. Capite perchè mi succhiano il cervello? Eh, EH?
Jack sarà sempre, sempre impressionato dal modo in cui casa di Milo, il mattino dopo una festa, sia pulita e ordinata - come se Greg e Adrian non avessero avuto un incontro di wrestling sul tappeto, come se Kristen e Zach non avessero ballato il tip-tap sul divano, e come se Sendhil non si fosse ubriacato fino a svenire sul tavolo.
Ha il sospetto che sia lontanamente imparentato con Mr. Wolf di Pulp Fiction, o qualcosa di molto simile. Ma potrebbe essere solo l’influenza di Adrian e Milo stesso, che guardano troppo Tarantino così come rivedono troppe volte il Padrino. Quando cominciano con una citazione e vanno avanti per mezz’ora, è quasi inquietante – o almeno lo è per Kristen e Hayden che si spaventano e si stringono a lui (Kristen più per fare scena che per altro, Hayden semplicemente perché adora stringersi a lui, come la bambina che è).
È un bel risveglio, con Milo che gli sussurra che Bethany lo darà per morto presto, dato che è mezzogiorno – bello nella strana maniera in cui sono belle le cose tra loro quattro. Si veste piano per non svegliare Adrian e Hayden, addormentati sul divano, abbracciati come due fratelli – il pensiero lo fa sghignazzare sommessamente. È bello anche utilizzare le feste del cast come scusa per rivedersi tutti e quattro – il resto degli invitati se ne va a un’ora imprecisa che solo Milo conosce. Milo sa. È l’unico che ricorda esattamente tutto quello che è successo, il mattino dopo, l’unico col sangue libero dall’alcool e pieno solo di endorfine, quando è buio e sfila il vestitino blu di Hayden davanti a loro, finché Adrian non smette di bruciargli la pelle con gli occhi e comincia a bruciargliela con le mani.
Ma non racconta mai niente a nessuno il mattino dopo, lascia i loro ricordi confusi e tace.
Jack qualche sera non beve, ma è un attore e sa fare benissimo finta di non sapere – Adrian e Hayden lo tempesterebbero di domande, altrimenti. Ma lui e Milo si guardano e si capiscono, e Milo sorride il suo sorriso maturo, che non lo fa sembrare per niente un ragazzino, e che Hayden e Adrian non vedono quasi mai.
Si volta sentendo lo sbadiglio sonoro di Adrian, che si alza a sedere pigramente, i capelli che sconfiggono ogni legge fisica e gli occhi ancora semichiusi. Indossa una maglietta bianca con lo scollo a V (una delle diecimila che Milo ha comprato recentemente, in un raptus di emulazione e adorazione per Marlon Brando), un paio di boxer e un solitario calzino grigio.
“È odore di pancakes che sento?”
La voce è roca per la notte prima, e Jack sorride mentre finisce di abbottonarsi la camicia, perché si ricorda esattamente cosa l’ha resa così roca, anche se ha bevuto la notte prima – certe cose rimangono impresse, che tu sia ubriaco, drogato o morto non fa differenza.
Annuisce e gli dà il buongiorno, mentre Hayden alla parola ‘pancakes’ apre gli occhi e si stiracchia sotto lo sguardo divertito di entrambi. Indossa lo stesso completo di Adrian, tranne che per il calzino. Agita i piedini scalzi prima di alzarsi anche lei a sedere.
“Ehi, stellina, buongiorno” strascica Adrian, baciandole la fronte. Jack si china a baciarla nello stesso punto, e lei sorride e sbatte le ciglia. Nella scala delle priorità assolute di Hayden, i pancakes sono al settimo posto, o forse al sesto.
“Buongiorno, daddies. Ho sentito parlare di pancakes?”
“Sì, Milo li sta preparando di là.”
“Dio, voglio sposare quell’uomo.”
“Oh, anch’io, Adrian, anch’io.”
“Voi siete già sposati, non potete averlo. È mio.”
Adrian sbuffa ma sorride, “Ehi, io credo nella poligamia, bimba.”
“Io no,” dice tranquillo Milo, portando tre piatti di cui due vuoti, una confezione di sciroppo d’acero e forchette e coltelli per tutti. Anche Jack si siede diligentemente sul tavolo, e lui e Adrian sfoggiano la loro migliore imitazione di cani in attesa della pappa. Hayden, invece, è ovviamente una gattina.
“Disse quello con i succhiotti di tre persone diverse sul suo...”
“Zitto, Adrian” avverte Milo, sventolandogli un dito minaccioso in faccia. Lancia un sorriso a Jack mentre gli porge un piatto con due pancakes, guarnizione di noci e una profusione di miele. Quando arriva ad Hayden le lascia un buongiorno e un bacio sulle labbra, troppo veloce perché Adrian attacchi con la musica sdolcinata di sottofondo.
“Torno di là a preparare per voi due – vi servono almeno quattro pancakes a testa. Vi conosco”, li informa Milo tornando in cucina, alzando un sopracciglio quando Adrian gli tira dietro un cuscino del divano.
“Io non lo lascio andare via così. Voi lo lasciate andare via così? Io no” dice Adrian con un ghigno che fa ridere Jack ad alta voce, e che però non può scuotere Hayden da quell’estasi che solo l’effetto combinato dei pancakes e Milo possono provocare.
Adrian si alza sgraziatamente e scompare in fretta dietro l’angolo, Jack scuote la testa mentre comincia la sua colazione e poi riporta la sua attenzione su Hayden.
“Tutto bene, stellina?”
“Non chiamarmi così, non fare Adrian” protesta, gattonandogli vicina e spalmandosi sulla sua spalla, il sorriso e i capelli non spazzolati ancora sulla faccia.
“Mi vedi di là, a molestare Milo? No, quindi non sto facendo Adrian.”
Questo gli guadagna una risatina leggera, in cui si sentono ancora i residui dell’alcool che Hayden non è neanche abbastanza grande per bere, mentre si ritrova due braccia morbide attorno al collo e un bacio stampato sulla guancia.
“Adrian, no. Ho quasi finito coi pancakes, avanti. Ho detto no, lo so come va a finire quando dici ‘solo un morso’ – Adrian, Adrian smettila. Ti prego… Oh. Adrian. Oh.”
Hayden collassa, ridendogli istericamente nelle orecchie, e Jack avrà anche cinquant’anni ma ride quasi quanto lei, anche mentre mastica il penultimo boccone. Hayden insiste per imboccargli l’ultimo, e gli sussurra che si ricorda quello che Adrian gli ha fatto la notte prima, e a sentirselo ripetere così dalla sua voce squillante Jack quasi vorrebbe poter restare più a lungo, per cose più dolci e meno salutari dei pancakes. Ma poi Adrian torna soddisfatto e si pianta di nuovo nel mezzo del divano, e Milo segue poco dopo con un vassoio di ben dieci pancakes, i capelli visibilmente arruffati anche se corti, e una molto visibile assenza di maglietta.
Adrian scocca un’occhiata a Jack, mentre Hayden non sa più se ha l’acquolina in bocca per la colazione o per altri motivi, come ad esempio la macchia di miele rimasta sul petto di Milo.
“Ops, l’ho lasciata per sbaglio. Scusa, Mi” dice Adrian, con un tono che fa credere tutto il contrario e una faccia da schiaffi, che fa prudere le mani a Milo in più di un modo.
“Non osare pulirla, Mi. Dopo ci penso io” ed è la prima volta dalla sera prima che Hayden suona davvero seria.
“Ai suoi ordini” l’asseconda Milo col suo sorriso storto, mentre prende due pancakes per sé e lascia che Adrian e Hayden si avventino sul resto.
Jack si alza e li saluta normalmente, perché farli ridere con la bocca piena sarebbe crudele, e questa mattina si sente particolarmente buono. Hayden lo saluta con gesti frenetici, continuando a masticare, Adrian sventola una mano e fa un esagerato occhiolino, mentre a Milo basta un sorriso e un cenno del capo.
Si volta ed esce, sentendo già Hayden chiedere a Milo di venire sul divano, e passandosi la lingua sul palato che ancora sa di miele e noci, pensa che vale la pena passare la notte a casa di Milo - anche solo per il risveglio.
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