Lei non ride mai quando lo fate. Ti sembra sempre la persona più seria che esista, con gli occhi serrati, le guance bollenti e il vizio di morsicarsi il labbro inferiore ogni volta che non è impegnata a succhiarti le labbra o le dita. A volte hai l’assurda sensazione che stia contando le spinte che occorrono prima che smetta di provare dolore, e la nuvola tossica di sudiciume in cui siete immersi non ti impedisce di percepire quel momento, quando finalmente arriva. Ogni volta un po’ prima. E Dio, potresti giurare che è la cosa più bella del mondo, e lo sarebbe anche se lei in non dischiudesse le labbra e non iniziasse a respirare un po’ più forte.
Ma questa volta sì. Questa volta sta ridendo nelle tue orecchie, leggera e confusa tra gli ansiti tuoi e suoi, senza ironia né divertimento. È gioia. Per quanto tu non abbia abbastanza coraggio da farle notare che no, non si può, la gioia non c’entra un cazzo con qualcosa di sporco come il catrame. Sai che ti ascolterebbe, perché ascolta tutto ciò che le dici, e fa tutto ciò che le chiedi. Per questo sai che non lascerà mai perdere. Perché non troverai mai la forza di chiederglielo.<o:p>
Sono le cinque del pomeriggio, e tua madre e le sue amiche sono solo un paio di muri più in là. Tu sei al lavoro, ad assistere il pensionato di cui ti stai occupando. Claire è a scuola. Anche eccedendo in modestia e ammettendo quanto si tratti di una montatura pietosa, sapete entrambi che non sareste riusciti a fare di meglio. A volte hai la sensazione che sappia tutto, tua madre, ma è un pensiero che ti dà troppo fastidio per perderci troppo tempo dietro.<o:p>
Come se potesse cambiare qualcosa.
La mano che le tieni dietro la schiena la solleva appena mentre le tue dita si arpionano attorno ad un lembo della camicetta sbottonata, e il suo petto che aderisce con più vigore al tuo riesce a fartela sembrare ancora più piccola. Come se rischiasse di annullarsi completamente sotto di te. E arrivi quasi a pensare che in fondo è questo che stai facendo. Che non sai più quanto conti la sua volontà in quello che minaccia di rivelarsi come il tuo più colossale capriccio, ma poi baci il suo sorriso, e ti ricordi che è felice. Fanculo tutto il resto, adesso è felice. E accantoni la paura almeno per il tempo necessario a farla esplodere di piacere contro di te, sussurrandoti sconnessamente che sei la cosa più bella che le sia mai successa.
Le cinque del pomeriggio, e il sole vi sta spiando attraverso la finestra. Senti che vi sta guardando male come farebbe chiunque altro, ma non ti importa. L’ultima cosa di cui hai bisogno è la luce.
“Ssssh” le mormori sulla bocca non appena senti il gemito partirle dalla pancia per salire fino alla gola, e la sua voce ti muore contro la lingua mentre Claire ti serra i fianchi tra le ginocchia.
Le sue unghie scivolano con meno forza del voluto lungo le tue spalle, e ti bacia la fronte – come se bastasse a trasformarla nella scena d’amore dei suoi sogni. Una fitta indecifrabile ti fa chiudere gli occhi, e l’ultima cosa che pensi prima di collassarle addosso è che quei boccoli sono così tanti da averti fatto dimenticare di che colore è il cuscino. E che la prossima volta, la porterai dove puoi lasciarla gridare.
